Alvaro Caponi è nato a Narni (TR). Pittore e docente, ha completato gli studi di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo, tra l’altro, corsi di Elementi di regia, di Psicologia della forma e del colore e di Restauro.

Come artista ed uomo, ha deciso di decifrare il suo simbolo personale, di andare dove molti hanno paura di andare, con l’arte e con la sua persona fisica. Con l’arte, in quanto la sua ricerca di una complessa e “esoterica” tridimensionalità lo porta ad indurre il fruitore a “scavare” alla ricerca dell’essenza dell’uomo, con l’utilizzo di media differenti e di tratti, non progettati, che sono tracciati dallo stesso inconscio. Come uomo, d’altro canto egli vive l’esperienza Byroniana della scoperta, dell’avventura, alla ricerca fisica delle sue origini ancestrali nella terra e nell’acqua, ispirato dalla sua domus, essa stessa all’interno di un sito archeologico, da lui esplorato a fondo, sulle sponde del Nera. Nell’aspetto e nella sua inclinazione naturale, finanche nel tono della voce,  ricorda, in parte, il caro e comune amico Ennio Calabria, che potrei qui definire, non me ne voglia per questa mia licenza, “nauta dell’inconscio”.

La decifratura del simbolo o dei simboli  contenuti nelle sue opere e l’analisi successiva, si collegano stranamente al pensiero artistico del Cripticismo (astilistico, analitico, multilivello, progressivo), da me formulato in un periodo di esaltazione artistica visionaria, e fanno riferimento, nel particolare, ad alcuni livelli che lo contraddistinguono. In particolare, uno dei più interessanti è quello, decisamente ampio come una piccola galassia, che rivela l’essenza di colui che fruisce l’opera.

Il Caponi è conscio di questa sua peculiarità e, nella sua purezza d’animo, è pifferaio involontario che trascina l’osservatore, sensibile alla sua melodia, verso la porta misteriosa.

Porta che, a mio parere, dopo aver parlato a lungo con lui, sono certo, egli stesso varchi periodicamente, ritornando alla realtà con un peso sempre più grande, peso alleviato dalle soddisfazioni personali della sua arte e dal lucore della danza delle lucciole che in estate illuminano il suo giardino.