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Carlo Vigevani

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          Carlo Vigevani     

                 Artist 

             Carlo Vigevani 

 cm -  oil on canvas -     Rome 

Carlo Vigevani nasce ad Harar (Etiopia) ,durante il breve periodo coloniale Italiano, e della sua città natia conserva ricordi dell’idioma, nonché degli usi e costumi. Aderisce al movimento presenteista del comune amico Alessandro, organizzando insieme a lui molteplici eventi. Usa firmare le sue opere anche dietro la tela, apponendo una Omega (Ω;ω) ,l'ultima lettera dell'alfabeto greco 

ma rovesciata. In contrasto con l'alfa, l’omega  viene spesso associato all'idea di fine ma non in questo caso dove assume il concetto di negazione dell’annichilimento. La  fine, così come l’arte, è la negazione della morte e simbolo dell’eternità.

La tecnica che predilige è quella ad olio su tela non disdegnando affatto  qualunque altra tecnica appresa dopo più di cinquant’anni di attività. Le sue prime opere rappresentano paesaggi, oggetti, nature morte. Ma è la  produzione successiva, quella dell’età matura che colpisce maggiormente il mio interesse. In un primo momento i paesaggi sembrano mutare, diventano quasi irreali, alcuni soggetti sono rappresentati come fluttuanti, privi del naturale contesto che dovrebbe accoglierli, sostituito da macchie di colore indistinto, come se esistessero fuori dal tempo e dallo spazio, altri, invece, usando colori non esistenti nella realtà, come se fossero appartenenti ad una differente dimensione di percezione.

Ancora più particolare è la fase produttiva che ha per soggetto strane creature, in parte antropomorfe, in parte animali, per alcuni aspetti inquietanti, per altri grottesche. In alcuni casi viene mantenuta la tecnica delle macchie di colore per rappresentare l’ambiente in cui queste strane creature si muovono. Alcune di esse rimandano ad antiche divinità pagane, altre a creature Lovecraftiane, provenienti dallo spazio profondo dei nostri incubi. Al di là del loro aspetto che può sembrare minaccioso, molte di esse sembrano, invece, assumere un atteggiamento curioso, come se scrutassero chi, in quel momento, si trova di fronte alla tela, cercando con lui un contatto impossibile. Il “simbolo” cerca di “decifrare” il fruitore e, in Vigevani , ha la seduzione arcana della civiltà antica, ma anche quella cosmica della creatura extraterrestre o sovrannaturale, a volte innestata nella forma antropomorfa, e, quello del sovrannaturale, per quanto riguarda il cripticismo, è il suo livello più interessante.

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                                                                                           Ugo Bongarzoni

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