Enrico Zarletti
Il premio è dedicato all’imprenditore e scultore viterbese di bassorilievo Enrico Zarletti (4 marzo 1902 – 24 agosto 1981) .
E’ l’unico dei figli a seguire il mestiere del padre, prima come maestro murario poi, successivamente, come imprenditore edile. La paga di semplice operaio che il padre gli dà non è sufficiente a mantenere un nucleo familiare di 6 figli . E’ costretto, dunque, a creare, sulle orme del genitore, una sua impresa .
La vita di Enrico è, da questo momento in poi, dedicata completamente al lavoro ed alla famiglia. Lavoro in cantiere da cui non si sottrae mai, anche nelle vesti di imprenditore. I racconti su di lui lo ritraggono stoico nella fatica del lavoro manuale, al punto che i traumi che subisce occasionalmente in cantiere, sebbene comportino anche fratture ossee, non riescono a tenerlo a letto , fasciato dalla moglie, per più di due giorni . Non ha mai intrapreso studi artistici o accademici.
L’arte in lui è una passione istintiva e naturale che sboccia solamente nell’ ultima parte della sua vita, quando, dopo aver assistito alla nascita di ben quindici nipoti, si ammala di cancro allo stomaco. Viene operato a Genova ma successivamente gli viene diagnosticata una leucemia. Durante la battaglia contro il male incurabile, quasi a sostegno insperato, nasce la pratica artistica con la creta, incoraggiata dalla figlia scultrice Nara, che, a Genova, lo assiste nella sua lotta. Enrico, impara da lei a trattare la creta ed a modellarla secondo quello che è un talento più naturale che accademico. Non possiede nozioni di disegno prospettico, ed i suoi disegni sono fatti “ a mano” con un righello e sono, il più delle volte, imprecisi. Da essi come dalle sue numerose creazioni ( ne realizzò una al giorno negli anni della malattia ) si evince una forza ed un amore per l'opera delle proprie mani che appartiene, esclusivamente, al più sensibile animo artistico. La sua storia testimonia come l’arte possa essere simbolo di vita e strumento per ottenere memoria ed ultima disperata difesa dell’uomo contro un male incurabile.