Ugo Bongarzoni
Artist ,Curator and Art Critic
Genesi dell'opera
Il sentimento che ho provato nel dipingere questo soggetto è stato di pietà e tristezza. Ho sempre pensato che la condizione di Medusa rappresentasse quella dei poveri amanti,i cui sentimenti sono sprezzati dal pragmatismo e dall'invidia.
I rettili ,così come il volto,sono stati dipinti più volte,poiché non ero mai soddisfatto del risultato. L'utilizzo di specie diverse ha conferito varietà cromatica e carisma all'immagine,come se la punizione di Atena non avesse potuto spegnere del tutto la bellezza della fanciulla mortale. Ad oggi sono ancora tentato di fare delle modifiche e miglioramenti. Il colore, anche a distanza di anni cola,le scaglie di un serpente invadono quelle di un altro,oppure ,come lacrime colorate, il volto stesso della gorgone,mentre, in alcuni punti, si secca e si desquama. Mi piace pensare che Medusa voglia, a distanza di anni, attirare la mia attenzione, avere le mie cure e venire restaurata di volta in volta. Come un amante trascurato che rammenti al compagno, distratto, il suo bisogno di affetto.
Trattasi di bassorilievo ad olio su tela ottenuto per deposizioni successive di colore senza l'utilizzo di essiccante (i soggetti sono stati dipinti più volte e la realizzazione ha richiesto anni di lavoro).
Si discosta dall’iconografia classica per l'utilizzo di specie diverse di rettili, tutte dotate di veleno mortale e di quattro costrittori.
L'artista vuole in questo modo sottolineare la durezza della punizione inflitta dalla dea della ragione Atena.
Medusa simboleggia, nel dipinto, la passione irrefrenabile dell'essere umano resa mortifera e costretta dalla razionalità che, però, non riesce a spegnerne la conturbante bellezza.
La firma è, essa stessa, un cobra rosso dalle fauci spalancate.
E’ presente un materiale estraneo al colore ad olio: le pupille della Gorgone sono costituite da piccole pietre grigio chiaro scolpite a mano.
Partendo dal basso a sinistra e procedendo in verso orario,considerando anche i rettili parzialmente riprodotti :
Cobra egiziano, cobra scavatore, serpente corallo orientale, pitone reticolato, terciopelo, echide piramidato, serpente di mare dalla grande coda, serpente delle mangrovie, anaconda, testa di rame delle pianure australiane, crotalo muto, raggio di sole asiatico, serpente corallo del Sudafrica, serpente pappagallo della costa pacifica, boa costrittore, vipera delle palme di Wagler, cobra del Capo, pitone verde, vipera della morte, vipera del Gabon, cobra reale, vipera dalle ciglia, cascavel.
Il serpente verde sulla fronte è immaginario. Sul volto: a sinistra, un boomslang; a destra, un mamba nero.
Esposizioni
Nel 2011 l'opera è stata esposta alla 1° Triennale di arte contemporanea in Roma nel Complesso Monumentale l'Agostiniana in Piazza del Popolo in Roma a cura del critico d'arte prof. Daniele Radini Tedeschi.
Nel 2013 Medusa è stata esposta per 5 mesi, nel polo museale della FIJLKAM ad Ostia, all’evento artistico "La donna fra mito e realtà" organizzato dall’architetto e critico d’arte Livio Toschi e da Silvia Girlanda..
Nel 2014 ha partecipato a Soriano nel Cimino, nel Castello Orsini, costruito da Orso Orsini nel 13mo secolo e residenza estiva del papa nicolò III al V Premio Centro delle Arti Figurative durante la V ESPOSIZIONE NAZIONALE DELLE ARTI CONTEMPORANEE.
Nel dicembre 2015 il dipinto è stato esposto aVilla Contarini, villa patrizia veneziana a Piazzola sul Brenta a Padova, costruita nel 1546 da Paolo e Francesco Contarini.
Il 2 aprile 2016 Medusa è stata esposta nello studio del noto artista Salvatore Provino , durante la presentazione del libro scritto dal giornalista Agostino Bagnato, Natura e poesia nella Divina Commedia - Realtà e allegoria nel Medioevo. Il libro contiene l’immagine di Medusa e delle opere di altri importanti artisti (Ennio Calabria, Salvatore Provino, Franco Ferrari)
Da ottobre 2017 Medusa è stata esposta per 5 mesi, nel polo museale della FIJLKAM ad Ostia, all’evento artistico "Cantami o Diva" organizzato dall’architetto e critico d’arte Livio Toschi e da Silvia Girlanda.